Da inizio 2025 i mercati azionari globali stanno attraversando una fase di correzione significativa. L’indice S&P 500 ha perso oltre il 7% ma ha toccato perdite del 15% nell’ultima settimana, mentre il FTSEMIB e il DAX tedesco hanno perso rispettivamente il 4% e l’1%, ma entrambi hanno ceduto oltre il 15% dai massimi di marzo.

A scatenare questa nuova ondata di volatilità è stato l’inasprimento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, riaccesosi con il ritorno sulla scena di Donald Trump e l’annuncio di nuove misure protezionistiche.

La possibilità di una nuova guerra dei dazi ha allarmato gli investitori globali, innescando vendite diffuse e un forte ritorno dell’avversione al rischio. In questo contesto, molti risparmiatori si chiedono se sia il momento di vendere, restare fermi o addirittura approfittare della debolezza del mercato per investire.

Il ritorno delle tensioni commerciali e il timore di una guerra dei dazi

Le dichiarazioni di Trump, sempre più orientate verso una politica economica isolazionista, hanno riportato alla ribalta il tema dei dazi doganali, già sperimentato durante il suo primo mandato. Le nuove tariffe ipotizzate su prodotti cinesi, in particolare nel settore tecnologico e automobilistico, hanno acceso i riflettori sulle catene di approvvigionamento globali e sull’impatto che queste misure potrebbero avere sulla crescita economica mondiale.

Le reazioni non si sono fatte attendere: i mercati finanziari hanno subito risposto con vendite aggressive, specialmente nei settori più esposti all’export e alla produzione internazionale. I timori di un rallentamento economico, accompagnati dalla possibilità di nuove ritorsioni cinesi, hanno alimentato un clima di incertezza che ha colpito anche la fiducia dei consumatori e delle imprese.

I recenti tweets di Donald Trump, carichi di toni minacciosi sui dazi verso la Cina e promesse di politiche commerciali aggressive, hanno di fatto aggravato la situazione, con gli indici azionari che hanno vissuto nelle ultime sedute una volatilità che non si vedeva dai tempi del COVID; ma, come spesso accade, la stessa volatilità scatenata dalle sue dichiarazioni ha aperto spazi per il rimbalzo, con i mercati che hanno prontamente recuperato buona parte delle perdite nella giornata del 9 marzo, dopo un ulteriore tweet del Presidente degli USA che ha sospeso per 90 giorni l’entrata in vigore dei dazi annunciati.

La paura nei mercati: razionale o eccessiva?

È in questi momenti che la psicologia dell’investitore gioca un ruolo cruciale. Quando i mercati scendono con forza e continuità, è facile farsi prendere dal panico e cedere alla tentazione di disinvestire. Tuttavia, la storia ci insegna che le fasi di correzione, per quanto violente, sono parte integrante del ciclo di mercato.

Vendere nel panico significa spesso cristallizzare le perdite, mentre chi ha la lucidità di restare investito, o addirittura di incrementare l’esposizione nei momenti di debolezza, può beneficiare di valutazioni più interessanti e di un potenziale di crescita più elevato nel lungo termine.

Pensiamo a quanto accaduto nel 2020 durante il crollo da COVID-19: chi ha mantenuto la rotta, magari supportato da una strategia ben costruita, ha visto recuperi importanti già nei mesi successivi. E oggi potrebbe accadere qualcosa di simile.

Come posso aiutarti a gestire questa volatilità

In mezzo al rumore dei media, ai titoli allarmanti e alle oscillazioni quotidiane, il ruolo del consulente finanziario diventa essenziale. Un professionista esperto è in grado di aiutare l’investitore a non farsi travolgere dall’emotività, rimanendo ancorato a un piano di lungo periodo, costruito su basi solide come la diversificazione, la gestione del rischio e l’analisi degli obiettivi personali.

Il consulente può anche identificare settori che, pur colpiti dalla correzione, presentano fondamentali sani e valutazioni attraenti. In altre parole, può trasformare il momento di crisi in un’occasione per migliorare la qualità e l’efficienza del portafoglio, evitando decisioni affrettate e potenzialmente dannose.

 

 

Tutti i contenuti dell’articolo hanno scopo informativo e didattico, pertanto non sono in alcun modo da intendersi come consigli finanziari.